PARTE IV – … dal 1980 al 2000

[omissis] Nel 1985 un gruppo di conoscenti, amanti del Chow Chow, iniziò timidamente a promuovere, proteggere e soprattutto a divulgare la razza in un Paese dove pressoché nessuno se ne interessava, se non che pochi cultori e, dove il numero dei soggetti, era ridotto al lumicino. Questo gruppo di soci fondatori, nel 1987, presentò all’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana una istanza di riconoscimento dell’Associazione Nazionale Italiana Chow Chow – ANICC. La richiesta non ebbe un seguito nell’immediato. Pur senza essere riconosciuta, l’ANICC continuò ad esistere grazie all’impegno, alla dedizione e alla caparbietà dei suoi iscritti che non vollero lasciar ricadere la razza nell’anonimato. Era il 20 Settembre 1987 quando fu organizzato, per la prima volta in Italia, un Raduno Chow Chow. Molti avvenimenti e sviluppi seguirono nel 1988, anno in cui fu pubblicato dall’ANICC il primo notiziario trimestrale intitolato “Il nostro Chow Chow”.

Nel 1968 furono iscritti ai libri genealogici italiani solo 7 soggetti; ciò rende perfettamente l’idea di quanto fosse esiguo l’interesse per la razza a quei tempi. Questa criticità si protrasse per quasi un ventennio, quando l’ascesa della popolarità del Chow approdò al congruo numero di 146 iscrizioni del 1985. La divulgazione della razza era di interesse primario per i pochi allevatori che avevano come obiettivo un allevamento selettivo, ma non si sarebbero mai aspettati un incremento spaventoso del numero di iscrizioni ai libri genealogici dell’ENCI del 1991: ben 916. Era evidente che i pochi allevatori italiani non avrebbero potuto raggiungere un numero così notevole di nascite di cuccioli. Certo! avevano fatto un buon lavoro di pubblicizzazione della razza, ma non avrebbero potuto far fronte alla richiesta abnorme di cuccioli. A discapito del carattere particolare, la morfologia così accattivante del Chow Chow aveva centrato l’interesse delle persone alla ricerca di un nuovo amico a quattro zampe. La razza era di moda! Così, malauguratamente, ci si accorse che il lavoro piacevole di rendere pubblica la razza amata e la voglia di far conoscere il Chow Chow al grande pubblico cinofilo, aveva portato ad un evento negativo non previsto: la “grande importazione” dai Paesi dell’Est e da altre Nazioni dove i cani erano allevati “in batteria”. Questi poveri cuccioli importati erano privi di qualsivoglia profilassi, di documenti e di socializzazione; erano “strappati” alle loro madri in tenerissima età per essere ancora più attraenti con quelle loro tenere espressioni. Questa situazione durò, in modo massiccio, per circa un quinquennio.

Già nel 1998,  la “corsa al Chow Chow” andava scemando. In quell’anno, le iscrizioni furono 328. Fortunatamente, le preferenze cinofile cambiarono e la razza tornò a ranghi più accettabili. Di certo le importazioni continuavano, ma non avrebbero più raggiunto i picchi dei primi anni ‘90. Non tutte le importazioni furono però appannaggio di commercianti. A quest’ultime, vissute come una piaga della razza, si contrapposero i soggetti provenienti dai più importanti allevamenti esteri, ceppi di linee di sangue prestigiose, acquistati da alcuni allevatori italiani con non pochi sacrifici. Infatti, verso la metà degli anni ‘80 vennero importati dalla Francia, dai Paesi Bassi e dalla Gran Bretagna, dei soggetti che fornirono un grande apporto all’allevamento italiano. Le correnti di sangue provenienti da nazioni con grande storia della razza contribuirono ad una stabilità di continuità di tipo morfologico e caratteriale che era ben riconoscibile nei ring espositivi. Nel 1987, l’allevamento del Ceppo Rosso importò una femmina rossa che divenne, in seguito, la prima Campionessa Riproduttrice Chow Chow in Italia oltre che l’ascendente di una serie numerosa di Campioni di Bellezza e Campioni Riproduttori. Il suo nome era Chong Ha Sikhota Alin, proveniente dalla Francia e nata da Tchen Ka du Kiang Sou e Yuan van Mongolie, figlio dell’ indimenticabile MultiCh. Valric Prophet’s Diplomat. Il 1988 fu segnato dall’arrivo del maschio rosso MultiCh. Michel van Mansjoerije, di proprietà dell’allevamento dei Grandi Altaj che, in breve, acquisì titoli espositivi e donò alla razza un numero importante di soggetti a loro volta noti nei ring nazionali. Il 1990 fu un anno particolarmente importante per le nuove acquisizioni al programma dell’allevamento italiano. Nel Giugno di quell’anno nasceva in Olanda il Ch. Riproduttore T’aiP’ing T’ien Kwo Jang Tse Kiang, di proprietà dell’allevamento Ceppo Rosso e in Novembre, in Belgio, il MultiCh. Osborne van Mansjoerije, di proprietà dell’allevamento Leoni Imperiali. Questi furono due grandi padri che diedero una svolta e una solidità all’allevamento italiano. Impossibile ricordare tutti i loro figli che hanno ottenuto grandi risultati nei ring, basti dire che ancor giovanissimi padri furono insigniti del titolo di Campione Riproduttore.

Nel 1996, l’allevamento Ceppo Rosso importò dalla Norvegia la prima Chow Chow a pelo corto in Italia, Lohov’s Celebrity from Norway, che diede luce alla prima cucciolata comprendente dei peli corti, nel 1998.

Nel 1996, un allevamento di Chow Chow partecipò al Trofeo Allevamento ENCI per la prima volta in Italia.  L ’ambito premio, che valorizza la selezione delle razze e l’impegno degli allevatori, gratificò i proprietari dell’allevamento Ceppo Rosso che, con i punteggi espositivi ottenuti da cinque soggetti, si classificò al II posto del V Gruppo. Questo stesso prestigioso risultato fu ottenuto, nel 1999 e nel 2000, dall’allevamento Leoni Imperiali. Grazie ai cultori degli anni ’80 e ’90, l’allevamento italiano dispone di una stirpe che può essere vanto di pochi che, selezionando seriamente e con grande passione, hanno dato un apporto determinante nel proseguo dell’allevamento del Chow.

N.B. Ricordiamo che il LIR (Libro Italiano Riconosciuti) è stato chiuso, per la razza Chow Chow, nel 1998.

Liberamente tratto dal volume Chow Chow di Isabella Milani – Edizioni Altea – 2011 – ISBN  978-88-97525-02-8

In foto: Ch. Riproduttore T’ai P’ing T’ien Kwo Jang Tse Kiang – Propr. S. Baruffaldi – Ceppo Rosso – All.re R.& H. v. Schellen – NL –